venerdì 30 luglio 2010

Modena, il punto per le maggioranze di sinistra


Prima delle ferie estive e in attesa dell’inizio delle grandi feste di settembre, è bene fare il punto per le maggioranze di sinistra ( ma anche per le minoranze di sinistra) che governano i comuni. Con tutto quello che è avvenuto, il silenzio assordante che c’è nel PD preoccupa non poco i socialisti che, con il loro scarsissimo risultato, sono ugualmente determinanti per le maggioranze a cominciare da quella di Modena. Nel capoluogo è avviato un grande dibattito che però vede principalmente istituzioni e società civile partecipare attivamente in assenza dei partiti che al massimo lasciano uscire qualche “spiffero” legato agli assetti e ai “ posticini”.
Onde evitare che ci addormentiamo e poi facciamo scoppiare le solite bolle di sapone facciamo presente le seguenti note:

1) è necessario ribadire il senso dell’unità non silenziosa, ma operativa. In sostanza le idee chi ce le ha deve metterle a disposizione. E i partiti hanno un obbligo morale di sviluppare questa azione;

2) I programmi vanno aggiornati sia sulla base del post-crisi, della finanziaria del governo e delle nuove esigenze che la collettività mette in evidenza. Scuola, Università, tecnologia e green -economy hanno bisogno di scelte strategiche e di investimenti effettivi. Il Welfare va rivisto secondo le nuove esigenze dei più poveri e di chi perde il lavoro. Non più tutto a tutti ma le famiglie che hanno due redditi debbono contribuire di più.

3) A proposito di finanziaria emerge su tutti il problema della spesa pubblica e di come reperire le risorse. In particolare al nuovo ruolo dell’ente locale di contrasto all’evasione fiscale. A proposito di federalismo una strategia unitaria del centrosinistra non c’è e va trovata. Questo è un grande tema da dibattere e per il quale accreditarsi come forza di governo nazionale e locale.

4) Ciò che sta accadendo nella Lega dimostra quanto spazio ci sia per recuperare un ruolo dei riformisti riportando a casa una parte importante di quel movimento attraverso il rinnovamento e i partiti – movimenti leggeri e disponibili. Le prossime elezioni amministrative nei comuni modenesi, attraverso il sistema delle liste civiche, può e deve determinare un’inversione di tendenza politicamente di livello e in grado di mettere un corpo di amministratori nuovo al servizio dei cittadini. Sappiamo che su tale questione le valutazioni sono diverse, ma fondamentalmente nei comuni della montagna così come a Finale Emilia può diventare decisivo per il mantenimento delle maggioranze.

5) Uno degli elementi che ha sempre caratterizzato la sinistra riformista (PSI) e il vecchio PCI è quello di mantenere i patti che venivano fatti. Dopo le elezioni regionali si nota un impacciato silenzio e ci si disperde verso richieste che non hanno nulla a che vedere con i patti elettorali. Occorre, a differenza di quello che fa il governo centrale dare corso agli accordi con le nomine negli enti così come è stato pattuito, e non solo sistemando gli anziani scaduti da altri incarichi. E’ questo il primo elemento per dimostrare la saldezza dei principi che rende forte e coesa ogni maggioranza.

Paolo Cristoni, Mario Cardone
Psi Modena

Mannino (Psi) su posizioni Giunta in merito a Ramadam


Non ci siamo mai interessati della vita interna dei vari partiti, è la logica democratica della convivenza sociale. Altra cosa quando le interne e normali diatribe hanno ripercussioni sulla vita sociale esterna, influenzando la politica e la gestione della comunità.
“Possono pregare in strada, la legge lo permette, basta che non la infrangano”: cn questa frase si chiude una dichiarazione del Sindaco di Sassuolo, su decisione di tutta la Giunta a non concedere l’autorizzazione provvisoria per una tensostruttura, sul terreno di proprietà della comunità Islamica, per il periodo del Ramadan.
Non abbiamo letto di problematiche riferite alla sicurezza, o altro …ma solo una laconica, vecchia e stonata frase di rito: a Sassuolo non si vogliono due Centri di Culto, se la sbrighino i Comuni limitrofi.
Nel caso in cui il Sindaco di Fiorano concedesse uno spazio provvisorio, per il tempo occorrente, magari dove si tengono i concerti, permettendo a degli esseri umani di svolgere le loro funzioni Religiose al riparo dal sole e dalle intemperie, non solo sarebbe da elogiare per l’umanità dimostrabile con i fatti, ma farebbe morire di vergogna anche quest’altra metà di Sassolesi che, a parte le chiacchiere, non ci stiamo opponendo concretamente a queste incivili e vergognose discriminazioni.
Intanto prepariamoci a ricordare la grande umanità di Don Ercole… o ho avuto la fortuna di apprezzarlo e sono convinto che avrebbe bastonato, materialmente, la Giunta e il Sindaco.

Franco Mannino coordinatore PSI Sassuolo

Assistenza sociale: lettera di Mannino (Psi) al Sindaco di Sassuolo


Al Signor Sindaco Avv. Luca Caselli Sassuolo

Al Signor Presidente del ConsiglioComunale

Ai Consiglieri Comunali

Mi pregio portare alla Sua cortese attenzione alcune valutazioni politiche in merito alla parità dei diritti, in materia di assistenza sociale, resi più impellenti data la situazione economica della città, il tutto sulla base di alcuni pronunciamenti, recenti, della Magistratura Ordinaria e della Corte Costituzionale.
Con sentenza del 7 luglio u.s. la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla legittimità della legge della Regione Toscana, in materia di accoglienza ed integrazione degli stranieri (legge approvata nel giugno 2009 ed oggetto di ricorso da parte del Governo Centrale).
La legge, come noto, trattava l’estensione del diritto di accesso alle prestazioni sanitarie anche a persone con presenza irregolare sul suolo regionale ed è superfluo aggiungere che il limite era rappresentato dai soli indifferibili ed urgenti atti medici e sociali, così come previsto dalla Costituzione.
Altra sentenza del Tribunale di Brescia, a firma del Giudice del Lavoro, datata 22 luglio u.s..La questione nasce nel Comune di Adro, assurto agli “onori” delle cronache, per avere sospeso il “cibo” alla mensa scolastica per i bambini figli di cittadini “morosi” al pagamento del ticket.
La sentenza di cui sopra ha bocciato il regolamento comunale relativo al “Fondo Comunale Affitto”e al fondo “Aiuti alla famiglia per i nuovi nati” nella parte dove si stabiliva “…l’erogazione del contributo è subordinato al possesso dei seguenti requisiti:

1) Residenza del neonato o dell’adottato nel Comune di Adro;

2) I genitori devono essere tra loro coniugati (n.d.r.??? );

3) Cittadinanza di uno Stato dell’Unione Europea di entrambi i genitori (n.d.r.????);

4) Residenza nel Comune di Adro da almeno cinque anni, di almeno un genitore al momento della nascita;

Il Giudice ha richiamato la norma contenuta nell’art. 44 del T.U sulla immigrazione che chiaramente stabilisce che “….. quando il comportamento di un privato o di pubblica amministrazione produce una discriminazione per motivi sociali, etnici, nazionali o religiosi, il giudice può, su istanza di parte, ordinare la cessazione del comportamento pregiudizievole……”
Il Giudice, stabilito che i regolamenti comunali di cui in premessa costituiscono “prestazioni sociali” ha invitato l’Amministrazione a rimuovere gli effetti della discriminazione con richiamo all’art.4 del D.Lgs 215/2003 ed all’art.44 del T.U. sull’immigrazione.
La presente per invitarLa ad una valutazione, in prima istanza giuridica, visto gli orientamenti recenti sulla questione diritti allo Stato Sociale ma anche a quanto contenuto nello Statuto della Regione Emilia Romagna (L.R. 13 del 31 marzo 2005 e successive modificazioni) ed a modificare l’atto di indirizzo di cui alla Delibera di Giunta Comunale 212 del 29 settembre 2009.
Un opportuno richiamo è formulato sul piano politico, vista la Sua dichiarata disponibilità ad un confronto con tutte le forze politiche, anche non rappresentate nel Consiglio Comunale, ed a considerare ricevibile la presente nota…..ricordandoLe che sempre nella sentenza di cui sopra il Giudice, alle controdeduzioni del Comune di Adro che si affidava ad una mera e generica valutazione politica “…alla linea di governo locale premiata dal corpo elettorale locale…” ha dichiarato la “cosa” ininfluente.

Franco Mannino – Coordinatore Partito Socialista Sassuolo

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Nota di Cardone (Psi) sulla tassazione locale e proposte per calo pressione tributaria locale


In questo periodo, anche se caratterizzato da un clima festaiolo favorito dal caldo estivo, vorrei ricordare ai cittadini sassolesi, ma anche alle forze politiche di maggioranza e di minoranza, che si sta preparando, da parte del Governo Centrale, una importante manovra economica fondata, principalmente su tagli “orizzontali”, agli Enti Locali (Comuni, Provincie e Regioni).
Si dice che non vengono messe le mani nella tasche degli italiani con nuove tasse, è vero se parliamo delle tasse dello Stato, credo che ne vengono pagate abbastanza, ma state tranquilli che la Giunta sassolese, per far quadrare i conti, dovrà per forza mettere le mani nelle nostre tasche.
Ho già detto che i sassolesi nel 2008 hanno pagato, in media, 620 euro di tasse locali, comprese nella media regionale che è pari ad euro 2.541 e che a questa ultima media andrebbero aggiunti i circa 180 euro per il “ rusco”.
Segnali contraddittori vengono da Hera che gestisce la tassa sul rusco,mostro giuridico chiamato “ TIA” che per il 2010 ha aumentato, regolarmente deliberato dalla Giunta, il prelievo del 2,55 % e con un servizio non sempre soddisfacente, quindi ogni sassolese, nel 2010 pagherà in media 200 euro per la “monnezza”.
La Giunta e le forze politiche sono chiamate a fare delle scelte prioritarie nella spesa per ridurre la tassazione locale o per non mettere le mani nelle nostre tasche.
Una prima valutazione riguarda la Sassuolo Gestioni Patrimoniali srl, controllata interamente dal Comune, che tra le “ attività “ registra il centro di costo “eventi“, retaggio del passato, ma ripreso allegramente dalla attuale maggioranza politica, che presenta un ricavo previsto, per il 2010 di euro 239.000 ed un costo di euro 654.000.
La gestione del centro di costo “eventi riguarda tutta la attività di promozione del territorio come quella della organizzazione e gestione degli eventi tipici della città”, cosa bella e interessante ma secondo me bisognerebbe fermarsi un pochino, anzi il ramo di azienda, andrebbe ceduto al tessuto economico della città (Confindustria Ceramica,Acimac,APMI,Associazioni dei Commercianti,Associazioni degli Artigiani) e con tutta la “camionata“ di soldi che stanno per arrivare per la “bretella“ qualche sforzo, da parte dei sopraccitati, entusiasti, interlocutori, non farebbe male alle casse del Comune.
Mi permetto di dare un suggerimento a chi spettano le decisioni politiche-amministrative sul piano della riduzione del prelievo fiscale locale:

- sulla base di una recente sentenza della Corte di Cassazione sezione tributaria le detrazioni concesse per la “prima casa“ possono coinvolgere più appartamenti sia pure non unificati nel catasto.

Nel regolamento del Comune di Sassuolo l’appartamento costruito sulla stesso piano, di proprietà del Signor Bianchi, ma iscritto in catasto separatamente, abitato lo stesso da Bianchi che ha una famiglia numerosa, paga l’ICI.
Un intervento regolamentare sarebbe giusto.
Come è auspicabile, sempre un intervento regolamentare, a proposito di ICI e per le aree di “pertinenza” a fabbricati civili ed industriali/artigianali.
Sempre in materia di imposte locali, al fine di incentivare l’apertura di nuove attività artigianali/commerciali, sarebbe anche auspicabile una esenzione triennale da ICI, occupazione suolo pubblico e pubblicità.
Prevedere nel bilancio di previsione 2011, quantomeno di esentare dall’addizionale comunale i redditi imponibili IRPEF fino ad euro 20.000 (oggi l’esenzione è di euro 15.000 )

Mario Cardone – Direzione Provinciale PSI Modena

Libertà Ed Eguaglianza: QUALCHE RIFLESSIONE INTORNO AL TESTAMENTO BIOLOGICO. UNA PROSPETTIVA MOTIVAZIONALE. Intervento di Giuseppe Pasero.


NOTE METODOLOGICHE DELL’ AUTORE A PROPOSITO DI QUESTO LAVORO

Iniziando un lavoro che, avendo come tema centrale quello assai critico del testamento biologico, chiama direttamente in causa la necessità di definire lo spazio dell’autodeterminazione e della libertà personale, penso sia indispensabile anticipare qui le premesse su cui fondiamo le pagine che saranno pubblicate successivamente:

1) La vita appartiene all’individuo di cui costituisce patrimonio inalienabile

2) La qualità della vita è inscindibile dalla qualità delle condizioni in cui si porta a compimento l’irripetibilità del proprio ciclo vitale ed esistenziale

3) In questo senso, parlare di qualità del vivere significa immediatamente ragionare anche intorno al modo in cui la vita termina, ed a quale sia lo spazio di libertà che, eticamente e giuridicamente, debba essere riconosciuto a ciascun individuo che si trovi a fronte della propria morte

4) Secondo la tesi sostenuta nelle pagine che seguiranno, la morte e le forme in cui essa si manifesta appartengono, irrinunciabilmente a ciascuno di noi, esattamente come ci appartiene il processo della nostra vita

5) La stessa tesi colloca in posizione centrale la necessità di definire le circostanze ed i parametri in virtù dei quali un determinato soggetto sia legittimato ad intervenire, direttamente o indirettamente, allo scopo di modificare o di guidare il compimento della propria esistenza

6) Lo sviluppo di un discorso intorno alla possibilità di attribuire, ad un soggetto che lo rivendichi liberamente, il diritto di intervenire allo scopo di rendere più dignitosa ed in senso generale più accettabile - ma, vorrei dire, più vivibile e più sperimentabile - la propria morte, richiede il ricorso a discipline differenti, in cui la psicologia motivazionale possa rispecchiarsi nell’antropologia, nell’etica, nella medicina così come nella psicologia del comportamento

7) Sotto questo profilo, sono portato a considerare l’oggetto delle nostre riflessioni piuttosto come un processo in continuo cambiamento che non come uno stato consolidato in tutte le sue specificità e, prima di tutto, a prendere le distanze da ogni affermazione che possa in qualche modo essere ricondotta a quella di Ludwig Wittgenstein, secondo cui “La Morte non è un evento della Vita: non si vive la Morte”(1). Qualche Autore(2) ha preferito esplicitamente parlare di Morti al plurale, per sottolineare la molteplicità di fisionomie che l’evento-Morte, in quanto processo, assume anche sottoposto alla più rigorosa analisi scientifica. È indubitabile, ad esempio, il numero sempre crescente di malati che solo poche decine d’anni fa sarebbero stati considerati come sicuramente deceduti mentre oggi sono mantenuti artificialmente “in vita”. Adottando anche questo semplice dato come base metodologica, mi sembra credibile definire il confine che, perlomeno nell’immaginario collettivo separa irrimediabilmente la Vita dalla Morte, come un traguardo che si sottrae a tentativi di definizioni semplicistiche; giungendo, di conseguenza, alla conclusione che una sua ipoteticamente ultimativa descrizione non potrà che essere, ancora una volta, altro che il risultato di un complesso lavoro negoziale. Si tratta, ad ogni modo, di un argomento d’importanza cruciale, e porto a sostegno di questo punto di vista alcune domande poste da J. Hamburger(3): “L’organismo umano, quest’immensa colonia di cellule specializzate e non intercambiabili, cessa d’essere tale solo nel momento in cui le cellule sono morte nella loro totalità? Per che cosa ci battiamo: per la vita cellulare o per una certa agglomerazione minimale di cellule, quella che compone l’individuo? E, sulla base di quest’ultima ipotesi, come definire quel minimum necessario perché si abbia ancora il diritto di affermare che un uomo è vivo?”

8) Nel caso che qualche lettore frettoloso fosse tentato di identificare il tema che voglio sviluppare con quello dell’eutanasia, preciso subito che questo introdurrebbe nella mia prospettiva una semplificazione invero alquanto rozza. Preferisco, al contrario, considerare le riflessioni sull’eutanasia semplicemente come una delle ipotesi che aiutano a vivere la propria vita in quanto soggetti liberi e consapevoli. Sotto questo profilo, vorrei precisare ancora che le mie affermazioni si fondano evidentemente su un punto di vista laico, aconfessionale e non religioso, perlomeno nel senso in cui quest’ultimo aggettivo è utilizzato normalmente. Infine, vorrei sottolineare la necessità di affrontare questi argomenti con la massima tolleranza, che costituisce ad ogni modo, in ambito politico e culturale, l’unica garanzia credibile contro soluzioni ideologiche o, peggio ancora, di tipo fondamentalistico e coercitivo.

9) Il tema della morte, così come quello della libertà di scelta che ritengo si debba garantire a maggior ragione a chi soffre, saranno sviluppati nei successivi appuntamenti sotto un duplice profilo. Da un lato si tratterà di un evento di natura biologica, il decesso oggettivamente constatabile che, una volta accaduto, perde per il soggetto che ne è stato protagonista qualunque significato specifico. D’altro canto, in un’ottica completamente diversa, tratterò lo stesso argomento nel suo rapporto specifico con l’uomo e la sua esistenza. Non tanto in quanto momento conclusivo nell’economia di un ciclo di vita, quanto piuttosto come segno del limite ad ogni modo immanente alla nostra vita; il segno della riduzione sempre possibile, anche sino alla nullificazione, delle potenzialità umane. Per quanto riguarda un altro importante punto di vista, quello che considera la morte come inizio di un nuovo ciclo di vita, pur essendone speculativamente attratto non credio sia questa la sede più adatta ad esaminarlo né a svilupparlo.

10) Un’ultima considerazione. Questo lavoro si colloca all’interno di un orizzonte culturale complessivamente ben definito, riconoscibile nelle riflessioni e nei modi in cui il pensiero occidentale si è posto interrogazioni sulla morte e ad esse e per esse ha cercato risposte nei modi più diversi. Incontrando, di volta in volta come ben sappiamo, grandi scoperte scientifiche, paesaggi onirici, drammatiche delusioni ma anche speranze coronate da clamorosi successi.


Giuseppe Pasero
Libertà ed Eguaglianza

Manifestazione a Sassuolo contro il DDL intercettazioni


Sinistra per Sassuolo, Partito Democratico, PSI, IDV, Fed. Sinistra , Lista Usai, Lista Pattuzzi, con l’adesione di Arci e CGIL, hanno promosso una Manifestazione popolare di protesta contro il Disegno di legge sulle intercettazioni per martedì 27 Luglio, ore 21 in piazza Garibaldi a Sassuolo.
Interverranno Dott. Roberto Natale (presidente FNSI) e Bruno Tinti (ex magistrato e scrittore).
Le ragioni della manifestazione:
Questo disegno di legge, nonostante alcuni emendamenti positivi, METTE IN PERICOLO LA SICUREZZA DEI CITTADINI ONESTI, COLPISCE LA LEGALITA, AIUTA LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA, RIDUCE LA LIBERTA’ DEI CITTADINI DI COMUNICARE E CONOSCERE (per.es. sottoponendo i blog alle stesse regole dell’informazione professionale)
Infatti:
* E’ falso quando si dice che “siamo tutti intercettati” (80 mila intercettati nel 2009,l’80% dei quali erano appartenenti a mafia e criminalità organizzata , in totale meno dello 0.3% dei cittadini)
* E’ falso quando si dice che si vuole la legge per tutelare la privacy: quella italiana è la disciplina più garantista nel mondo. E’ invece vero che corrotti e corruttori vogliono non essere intercettati e che l’opinione pubblica nulla sappia di loro. Per tutelare la privacy sarebbe bastato la norma proposta dall’emendamento dell’on. Bongiorno: udienza filtro in cui stabilire quel che è rilevante e quindi pubblicabile e quel che non c’entra niente e quindi da distrurre;
* E’ falso che si spenda troppo per intercettare: 230 milioni di € nel 2008 dimenticandosi di dire che le intercettazioni si pagano da sole (per aver intercettato Fiorani e i furbetti delle banche si è recuperato più di tutto quello che si speso in un anno in Italia) e che negli altri Stati sono i gestori telefonici a sopportare il costo delle intercettazioni;
* E’ vero che il crimine organizzato si può contrastare efficacemente, nel mondo di oggi, solo se si utilizzano anche le intercettazioni . E’ vero che con la nuova legge non sarebbero stati individuati gli autori di molti omicidi nè scoperti latitanti di mafia, autori di reati di corruzione e pedofilia
Cosa accadrà se la proposta di legge viene approvata:
Tabulati del traffico telefonico
Oggi si possono estrarre i dati del traffico telefonico transitato su una cabina pubblica. Questo non sarà più possibile., nemmeno per reati di mafia e terrorismo.
Riprese visive
Oggi si possono effettuare, da parte della polizia giudiziaria , riprese visive in luoghi pubblici per la ricerca dei latitanti. Questo non sarà più possibile, nemmeno per reati di mafia, terrorismo, spaccio di stupefacenti
Intercettazioni telefoniche o telematiche
In un sequestro di persona, ad es., le utenze dei familiari della vittima sono estremamente utili perché questi possono ricevere minacce o richieste di denaro. In un caso di omicidio le utenze delle persone vicine alla vittima, soprattutto in contesti mafiosi, consentono di acquisire importanti elementi di prova, ma non sempre si può sapere prima se gli interessati siano a conoscenza dei fatti. Queste intercettazioni non saranno più possibili, nemmeno per delitti di mafia e terrorismo.
Tre giudici ogni 15 giorni
Nel testo modificato da ultimo l’autorizzazione alle operazioni di intercettazione e all’acquisizione dei tabulati del traffico telefonico è attribuita alla competenza del Tribunale del capoluogo del distretto in composizione collegiale. Per ogni utenza telefonica da sottoporre a intercettazione e per ogni tabulato telefonico da acquisire il pubblico ministero dovrà trasmettere l’intero fascicolo al Tribunale del capoluogo del distretto. Per proseguire le attività di intercettazione oltre il 75° giorno, e sin dall’inizio per le intercettazioni ambientali, la trasmissione degli atti dovrà avvenire di 15 giorni in 15 giorni. Tutto questo è assurdo e servirà a bloccare il funzionamento degli uffici giudiziari, rendendo quasi impossibile proseguire le intercettazioni per delitti gravissimi.
Per l’insieme di queste ragioni invitiamo i cittadini di Sassuolo, del Distretto e della provincia di Modena a partecipare alla manifestazione di protesta.
Il Governo, ancora una volta, si impegna più a risolvere i problemi giudiziari e personali del Premier che quelli dell’Italia, dei lavoratori e delle imprese. Questa legge renderà tutti i cittadini onesti e le istituzioni più deboli nei confronti della criminalità organizzata.

Sinistra per Sassuolo, PD, IDV, Fed.Sinistra, PSI, Lista Pattuzzi, Lista Usai

Sulla questione di Esselunga


Egr. sig. Caprotti,
pur non conoscendoLa se non per la fama dei suoi successi industriali e per la combattività polemica espressa negli ultimi anni, ho deciso di scriverLe una lettera aperta perchè la Sua nuova azione pubblica sui quotidiani nazionali ha azionato il rimorchio della politica di risulta e dato nuovo spazio alle polemiche cattive e, spesso, ignoranti che non portano da nessuna parte.
Anzi, dando ragione al fondo di un importantissimo quotidiano italiano quando afferma : “ che esiste… un grande problema politico della ricchezza, della gestione e della rappresentanza politica dei ceti abbienti”. Io non credo che Lei voglia farsi rappresentare da ex-democristiani o ex liberal-fascisti genuflettenti.
Credo che il Suo essere capitalista sia il naturale completamento dell’essere padrone della propria azienda. Ciò che Lei ha posto è altro rispetto a questa confusa e malinconica scenografia in cui vengono rappresentate iniziative elettorali già giudicate dagli elettori che hanno anche provveduto a dare il valore e il ruolo che meritano alle vicende descritte e richiamate dai Suoi scritti.
Lei invece dice chiaramente che i suoi avversari commerciali hanno buttato soldi dei soci per contrastarLa.
Ma questo, sig. Caprotti, non è il mercato? Quello capitalista in cui Lei opera a Suo agio e al quale si richiama? Non solo: ma ciò che è avvenuto-dice- non poteva accadere se la politica non fosse stata partigiana. Già una volta ha avuto torto, ma oggi ancor di piu’: la Sua teoria non regge e la Sua denuncia zoppica per due motivi. Innanzitutto, attaccando un assessore per le sue idee politiche che, detto a bassa voce, si trasformano in una pubblicità gratuita, non solo per il paragone con quelli che subito Le hanno fatto il controcanto. Cosa significa una tale caduta di stile? E’ più importante far sapere a tutti quello che era già noto, il Suo anticomunismo. Penso che non ce ne fosse bisogno. Il fenomeno, studiato dagli americani si chiama “backfire”: meccanismo di difesa naturale per evitare una dissonanza congnitiva. Siccome si sa invece che i fatti sono piu’ duri di certe convinzioni penso che Lei abbia commesso un grave errore personale attaccando l’assessore, ma ancor più grave quello di accusare la giunta di difendere la cooperazione. I tribunali hanno detto che ciò non è provato.
Io invece sostengo con Lei che se fossi Sindaco della città sarei felice di poter dire che sono stato dalla parte della cooperazione.
Voglio dirLe senza infingimenti che per un socialista essere definito difensore della cooperazione è un merito. Ci sono la storia, la cultura, la società a dire che nel pluralismo economico la cooperazione merita di più; c’è la costituzione a imporlo; oggi l’Europa a ribadirlo senza venir meno al rispetto dell’azienda e del capitalismo che genera lavoro e benessere. Ma voglio concludere citando Plutarco in “Anziani e politica” in omaggio alla sua età e al suo impero industriale: “ Un solo saggio consiglio può vincere molte mani, così come un solo parere, purchè assennato e convincente, può compiere in politica opere splendide e grandiose.
Bene : sig. Caprotti pensabile che sul piano nazionale cooperative e Lei non possano trovare un accordo equo senza distorcere la concorrenza e il libero mercato?
Io non credo. L’Italia ha bisogno di saggezza; capitalismo e cooperazione, PMI e grande impresa prendano esempio dalle associazioni nazionali (Confcommercio, CNA, Confartigianato ecc.) che hanno deciso di cooperare per uscire dalla crisi. Un piccolo accordo vale molto più che un grande processo in cui, anche un vincente lascia dietro di sé cattiveria e inganni.
Non pensi che i riformisti abbiano spuntate le armi dal “buonismo”, essi sono i guerrieri che preferiscono i trattati al rumore dei cannoni.
Spero che ci pensi (e ci pensino anche altri).

On. Paolo Cristoni
Partito Socialista Italiano, federazione di Modena

RITA MORICONI PRESENTA UNA RISOLUZIONE CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE


Rita Moriconi, consigliere regionale socialista dell'Emilia Romagna ha presentato in
Consiglio regionale una risoluzione per il sostegno alla lotta contro la violenza sulle
donne.
"La violenza sulle donne rappresenta un'emergenza costante nel mondo e un fenomeno
drammatico anche nel nostro Paese e nella nostra regione - ha affermato Moriconi -
e la battaglia di civiltà per contrastare questo fenomeno è ben lontana dall'essere vinta.
La risoluzione presentata in consiglio, sottoscritta da altre colleghe è volta - prosegue la
Consigliera del PSI - a rafforzare l’impegno della Regione nel sostenere i centri
antiviolenza, ad attivarsi sul fronte educativo e infine - conclude Moriconi - mettere in
campo una articolata campagna di sensibilizzazione allo scopo di evitare che la violenza
di genere rimanga un “problema delle donne”.

Dal Partito Socialista di Sassuolo lettera aperta al Sig. Sindaco



Sig Sindaco

come è risaputo i Socialisti di Sassuolo da tempo predicano una sostanziale unione d’intenti, un mettere da parte, momentaneamente, i distinqui politici per affrontare le problematiche sociali derivanti dalla crisi che ha investito buona parte del mondo.
Rimane naturale la discussione aperta sul come nasce, come si propaga, chi ha speculato e chi la sta pagando e il non ripercorrere gli stessi errori di politica finanziaria globale, quale causa scatenante.
Siamo, ovviamente, consapevoli che non sono affrontabili a Sassuolo, i problemi della finanza internazionale, ma il nostro comprensorio ha sempre prodotto un importante quota del PIL nazionale.
Della serata del Consiglio Comunale “all’aperto”, che per impegni congressuali non abbiamo potuto ascoltare in diretta, stiamo leggendo i comunicati, le note stampa e le sintesi degli interventi.
Abbiamo gia avuto modo di scrivere il nostro pensiero preventivamente, circa alcuni mancati inviti, ma ci ha colpito l’assenza di parola delle Istituzioni Bancarie.
Leggiamo, negli interventi, la volontà di tutti a far squadra, si evince da più parti la voglia di “distretto”,”reti”, bisogno di infrastrutture, ricerca e innovazioni.
Siamo in ritardo, ma si è iniziato un percorso, quindi senza critiche guardiamo avanti approfondento le tematiche, questa volta senza perdere tempo, per dare il massimo di risposte positive al mondo del lavoro.
Non ci è sfuggito il suo impegno a sentire tutti, compresi quel 13% di cittadini non rappresentati in Consiglio Comunale, lo abbiamo apprezzato e per quanto ci riguarda, il Partito Socialista Italiano, siamo pronti e disponibili a dare il nostro contributo (come sempre) quando lei riterrà opportuno convocarci.
In attesa


Cordiali saluti

Partito Socialista Sassuolo

"Ragioni del Socialismo"


Riporto questa interssante nota di Emanuele Macaluso su ciò che accade nel socialismo europeo e sul nullismo del PD. Gradirei un vostro commento.

"Il partito socialista francese e il partito socialdemocratico tedesco hanno elaborato un documento che li impegna in un’azione comune per “il rafforzamento e la coordinazione delle politiche economiche e sociali nell’ambito dell’Unione Europea”. Segnalo il fatto per due motivi: la ripresa di incontri tra partiti socialisti che hanno un ruolo rilevante nel Pse; e il contenuto europeista del documento.

E’ noto che il socialismo europeo ha oscillato su questo tema e qualche partito, penso ai laburisti, è ancora lontano da un impegno europeista, mentre le forze conservatrici hanno dettato legge in Europa. E la sinistra italiana? Oggi Fassino scrive una lettera al Foglio: “Consigli a D’Alema per non sprecare la grande occasione europea”. E coglie questa occasione per dire che “la pressante esigenza di andare oltre il 900, le forze progressiste italiane l’hanno avvertita prima di altri. L’Ulivo prima e il Pd poi …. un grande partito progressista capace di esprimere un pensiero nuovo per un secolo nuovo”. Un “pensiero” di cui nessuno ha capito nulla. Una presunzione di cui si è capito tutto."

Emanuele Macaluso

PSE, BISCARDINI (PSI), D’ALEMA DEVE CHIARIRE LE AMBIGUITA’ DEL PD


“La nomina di D’Alema a presidente delle Fondazioni dei Partiti Socialisti Europei, dopo le dichiarazioni di Fioroni ha un che di imbarazzante anche per noi socialisti.” Lo ha dichiarato Roberto Biscardini della segreteria nazionale del PSI, che aggiunge: “Secondo Fioroni, la nomina di D’Alema si spiegherebbe solo con la volontà del PSE di consegnare il Socialismo alla storia e specifica: “D’Alema è iscritto al PD e il PD con il socialismo europeo non c’entra nulla.”. Una dichiarazione di questo genere merita da D’Alema una risposta chiara, perché, se noi socialisti italiani partecipiamo alla Feps con la nostra fondazione, non abbiamo certo l’intenzione di rinunciare al socialismo per le divisioni e le ambiguità del PD.”